GALLERIA D’ARTE MENTANA
Via della Mosca, 5r – FIRENZE
ORIZZONTI CONTIGUI
Rassegna di Arti visive Contemporanee 2018 – 2019
A cura di
Giovanna Laura Adreani, Art Director
OPENING
Galleria d’Arte Mentana
Venerdì 14 Dicembre dalle ore 18.00
OPENING
Borghese Palace Art Hotel
Sabato 15 Dicembre dalle ore 19.00
ORIZZONTI CONTIGUI è il titolo della rassegna che verrà allestita nella città di Firenze nel periodo Natalizio. La mostra si estenderà su due prestigiosi spazi espositivi che, pur differenti tra loro, sotto il profilo della finalità, riescono a dialogare in nome dell’arte.
La storica Galleria d’Arte Mentana e il prestigioso Borghese Palace Art Hotel, struttura ricettiva quattro stelle, in questa occasione ospiteranno opere di artisti internazionali attentamente selezionati.
In questo modo il tempo e lo spazio si dilatano all’infinito inseguendo pensieri, colori e forme che, in fughe metaforiche, riportano al dialogo, per condurre un viaggio interiore ad un percorso espositivo che descriva puntualmente le tendenze artistiche contemporanee. Il clima si fa suggestivo e i cambiamenti repentini riescono ad esaltare l’omogeneità spirituale dell’intento delle due esposizioni.
Giovanna Laura Adreani – Art Director
ARTISTI IN MOSTRA
Francesca Coli, Salvatore Magazzini, Bianca Vivarelli, Luigi De Giovanni, Julie Redivo, Rosario Bellante, Audrey Trani, Camilla Vavik Pedersen, Daria Gravilina, Carla Castaldo, Roberto Loreto, Wilma Mangani, Giampaolo Talani, Sergio Benvenuti, Salvatore Fiume, Mario Schifano, Riccardo Licata, Piero Dorazio, Ugo Nespolo, Emilio Tadini, Vittorio Tessaro, Antonio Corpora
Galleria d’Arte Mentana – Via della Mosca, 5r – Firenze
Borghese Palace Art Hotel – Via Ghibellina, 174r – Firenze
Telefono +39 055 211985 Fax + 39 055211985 – 335 Cell. + 39 3351207156
www .galleriamentana.it
galleriamentana@galleriamentana.it
fiori
Il silenzio della solitudine di Luigi De Giovanni
Evento organizzato in occasione della 14 Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI
Il silenzio della solitudine di Luigi De Giovanni
A cura di: Federica Murgia – e20cult – Sutta Le Capanne du Ripa
Sutta le Capanne du Ripa Piazza del Popolo 21A e Studio 22 Piazza del Popolo 22 Specchia Lecce
Apertura Mostra:
13/10/2018 ore 10:00
L’evento è organizzato in occasione della 14 giornata del contemporaneo promossa da AMACI
e20cult – Sutta Le Capanne du Ripa
13 /25 ottobre 2018
Allestimento: Architetto Stefania Branca
Il silenzio della solitudine porta l’artista a riannodare i fili dei suoi pensieri per ancorarli nella memoria e farli riemergere nel momento creativo in climi che raccontano dialoghi interiori: angosce esistenziali o ricerca di sprazzi di aspettative che necessitano d’essere fissate per uscire dai tormenti. Grovigli di sensazioni s’incrociano in racconti che trovano le linee conduttrici in garze che, ricoprendo antichi intrecci di canapa o fili del ricordo, suturano le ferite del tempo che ha deluso i sogni. Per l’artista la ricerca dell’Io si fa urgente in pennellate e segni che vogliono ammantare lo smarrimento creato dagli eventi. Così i fogli si riempiono di filati e colori: di storie che sgorgano accavallandosi e saldandosi precipitosamente sino trovare la conclusione in una catarsi che porta Luigi De Giovanni a sprofondare nei meandri dei suoi turbamenti per ritrovarsi in sensazioni di pacato rasserenamento e di sottile gioia di vivere. I racconti si librano e i fogli prendono vita su stenditoi che attraversano lo spazio seguendo il ritmo di una brezza di speranza che va oltre il tempo per dare, finalmente, voce al silenzio della solitudine.
Attività collaterali
Alle ore 18:30 Reading poetico–letterario, degli autori de “Il Raggio Verde Edizioni, sul tema della solitudine.
Per informazioni
• Telefono: 329 2370646
• Email: lmfedeg@libero.it
• Sito Web: http://www.degiovanniluigi.com/
OTTOMARZO 2018
FIRENZE
Piazza Mentana 2/3r – 50122(Fi) Tel. +39.055.211984
www.galleriamentana.it – galleriamentana@galleriamentana.it
OTTOMARZO 2018
OPENING: Giovedì 8 Marzo 2018 ore 18:00
La mostra sarà visitabile fino alle ore 13:00 del 20 Marzo 2018
Questa esposizione è un viaggio nello specifico mondo delle donne artiste,
un mondo pieno di aspetti magici che ci raccontano l’amore con il quale
narrano il loro vivere quotidiano in parallelo con la loro ricerca artistica.
Questa mostra è motivo di grande interesse culturale poiché si leggono
attraverso le opere le loro sensibilità ,valori artistici e professionalità.
Un sincero augurio e grazie di essere presenti.
Art Director, Giovanna Laura Adreani
Artiste in Mostra:
LUCREZIA ANTENUCCI
ADRIANA ZAMPIERI CALADRINO
FRANCESCA COLI
BEATRICE COPPI
IDA COPPINI
ANNIE GHERI
LEDA GIANNONI
FRANCESCA GUETTA
MARGARET KARAPETIAN
JULIE REDIVO
LUISA MEDAS
PAOLA NERI
GLORIA PALLOTTA
MONSE PLA
CAMILLA VAVIK PEDERSEN
PATRIZIA PEPÈ
ADRIANA SPATUZZA
AUDREY TRAINI
RAFFAELLA VERGOLINI
BIANCA VIVARELLI
ORARI
Dalle 11:00 alle 13:00 / dalle 16:30 alle 19:30
KIKUKO “Paesaggi immaginari”
GALLERIA D’ARTE MENTANA
Piazza Mentana 2/3r – 50122(Fi) Tel. +39.055.211984
www.galleriamentana.it – galleriamentana@galleriamentana.it
Mostra Personale dell’ artista
“Paesaggi immaginari”
OPENING
Giovedì 8 Marzo 2018 ore 18:00
ORARI
Dalle 11:00 alle 13:00 / dalle 16:30 alle 19:30
Domenica e lunedì mattina: chiuso
La mostra sarà visitabile fino alle ore 13:00 del 22 Marzo 2018
Un benvenuto all’artista KIKUKO che presenta le sue ultime opere presso la galleria d’arte Mentana di Firenze.
L’artista, nelle tracce lasciate dal suo pennello, ci fa conoscere e amare la sua bella pittura piena di poesia e vivacità intellettuale.
L’artista cattura le cromie smaglianti e le traspone nei suoi paesaggi immaginari. Art director , Giovanna Laura Adreani
Sono nata a Kyoto in Giappone. Sia mio nonno che mio padre erano pittori di stile tradizionale giapponese. Disegnando immagini nel loro atelier ogni giorno, decisi nella mia infanzia che anch’io sarei dovuta diventare una pittrice. In realtà il mio primo approccio alla pittura ad olio avvenne mentre ero alunna delle scuole elementari. In seguito, ho studiato all’accademia
e ho lavorato duro in Giappone. Tuttavia, ho voluto vedere altri mondi, così sono andata a Parigi. Ho vissuto a Parigi e a Kyoto e ho lavorato a Parigi. Ho visitato l’Europa e ho capito quanto meravigliosi siano l’Europa e il Giappone. Infine sono stata in grado di trovare una originale commistione tra la pittura occidentale e quella giapponese. Vorrei guardare alla natura con un sentimento sempre più dolce da ora in poi, e continuare ad imparare e disegnare sempre di più.
Sono lieta di annunciare che le mie opere sono esposte a Tokyo (Giappone), Parigi (Francia) e Firenze (Italia).
Ho esposto in mostre in Giappone, al Salon d’Automne di Parigi ed in Francia.
Ho esposto alla Biennale di Firenze in Italia nel 2009; 2011; 2013; 2015; 2017.
Nella Biennale di Firenze 2009 ho vinto il 5 ° Premio per opere su carta.
Ho esposto in mostre personali in Giappone e a Parigi (Francia).
Mostra personale presso la galleria d’arte Mentana di Firenze nel 2017 e 2018.
KIKUKO
Pastose tracce di colore rincorrono le linee del paesaggio donando impressioni che danno significato a campiture che emergono negli accordi di orizzonti che si smorzano per diventare essenza narrativa. Nelle sue opere l’artista interagisce con la religiosità che è propria dei luoghi dove trova l’afflato e ne segna sinteticamente le cose in combinazioni di colore che coinvolgono in un’affascinante compenetrazione nella natura. La pittura di Kikuko Uda si manifesta in un racconto d’ideale pittorico che, trovando ispirazione negli scorci che lasciano intuire panorami amati e diventati, poi, profili vedute, lascia trasparire il suo animo immalinconito in introspezioni che danno valore a una solitudine ricercata come sintesi di vita. Nei suoi dipinti si stagliano i verdi incupiti, dove s’intravvedono tocchi di frutti di speranza che prendono forma in intensi rossi smorzati. I gialli rosseggianti pare attendano i toni grevi dell’autunno. Macchie coloristiche che emergono in campiture che mantengono tracce di contaminazioni cromatiche che sono quelle proprie, dei luoghi che si amano. Il tempo che scorre con i suoi ritmi costanti è nelle linee di nostalgia rappresentata dai presagi dei climi dell’imbrunire che paiono essere presenti in tutti i momenti pittorici dell’artista capace di rendere i luoghi, in forme segnate dai silenzi della natura, intrisi di spiritualità.
Federica Murgia
Pasty traces of color chase the lines of the landscape giving impressions that
give meaning to background paintings that emerge in the horizons of agree-
ments that breaks to become essence narrative. In her works the artist inte-
racts with the religiosity that is typical of the places where she finds the ins-
piration and it synthetically marks things in color combinations that involve
a fascinating intermingling in nature. The painting by Kikuko Uda is mani-
fested in a tale of pictorial ideal that, finding inspiration in glimpses that hint
beloved landscapes and become, then, views profiles, reveals his soul for-
lorn in insights that give value to a sought solitude as a synthesis of life. In
her paintings the green darkened stands out, where glimpsed hints of fruits
of hope that take shape in intense red muted. Yellow seems reddish await the
autumn heavy tones. Coloristic spots emerging in background paintings that
retain traces of chromatic contaminations that are own of the places you love.
The passing time with its constant pace is in the nostalgic li-
nes represented by omens of nightfall climates that seem to be pre-
sent in all the artist’s pictorial moments capable of making the pla-
ces, in forms marked by the silence of nature, imbued with spirituality.
Federica Murgia
Portraits of Pinocchio Audrey Traini
Portraits of Pinocchio Audrey Traini
GALLERIA D’ARTE MENTANA FIRENZE
Spazio A
presenta
a cura di Art Director: Giovanna Laura Adreani
Audrey Traini
Mostra personale dell’ artista
OPENING
Sabato 2 Dicembre 2017
ore 18.00
P.zza Mentana 2/3r – 50122(Fi) – Tel. +39.055.211985
www.galleriamentana.it – galleriamentana@galleriamentana.it
“Portraits of Pinocchio”
WWW.GALLERIAMENTANA.IT
Audrey Traini
Audrey Traini, Nata a Toronto,
Canada nel 1964.
Audrey Traini ha ricevuto una
intensa formazione che spazia
da Computer Graphics e Design
alle Belle Arti.
Nelle sue opere scopriamo una
unicitá che illumina e soddisfa
soggetti tanto differenti che
includono, la tradizione fiabesca, come pure la cultura
contemporanea rappresentata in modo originale nei
suoi lavori. Audrey si reca sovente in Europa per studia-
re i Grandi Maestri e le tecniche dei pittori del Rinasci-
mento; i suoi lavori richiedono grande preparazione
storica e buone conoscenze di architettura e prospetti-
va. Grazie all’uso delle tecniche dei Grandi Maestri e di
quelle offerte dalle palette contemporanee, ha riunito
ed armonizzato le due tradizioni. Audrey ha praticato
per molti anni Belle Arti e Computer Graphics applicate
al mondo del commercio e pubblicità; ha lasciato que-
ste attività da dodici anni per iniziare un nuovo cammi-
no con la sua grande passione ed amore che é la sua
arte pittorica. Non ha rimpianti e continua ad ampliare
la sua sfera del sapere ogni giorno.
Mostra personale dell’ artista
ORARI
La mostra resterà aperta al pubblico
fino al 12 Dicembre 2017
11:00 – 13.00 / 16.00 – 19.30
Domenica e Lunedì mattina chiuso
L’ ARTISTA AUDREY TRIANI È RAPPRESENTATA
PER L’ITALIA DALLA GALLERIA D’ARTE MENTANA
DI FIRENZE.
paesaggiooltrepaesaggio
AMACI: ASSOCIAZIONE MUSEI ARTE CONTEMPORANEA
9 ottobre 2010: Giornata del Contemporaneo Sesta edizione
PROVINCIA DI LECCE – COMUNE DI SPECCHIA LECCE
LECCE/LUCUGNANO/ SPECCHIA
LUIGI DE GIOVANNI
9/23 Ottobre 2010paesaggiooltrepaesaggio
Un ciclo di esposizioni che mette in luce il mondo dell’artista che, partendo dal paesaggio del Salento, terra d’origine, dal paesaggio enigmatico della Sardegna, terra che lo ha accolto nel suo peregrinare alla ricerca di una pace che poteva trovare solo in se stesso, indagando i fiori, nature morte che raccontano la vita, si sofferma sui jeans, indumenti che hanno significato una rivoluzione non solo di costume, presenta il suo modo d’intendere l’arte in tre mostre che vogliono essere percorso del suo animo, delle sue angosce, del suo modo di percepire la natura e la società.
PAESAGGIOOLTREPAESAGGIO
personale di pittura
Luigi De Giovanni
Puglia e Sardegna, luoghi amati, sognati.
Una ricerca pittorica per indagare con sensibilità luoghi geografici e dell’anima trasferendo sulla tela infinite emozioni.
9-23 ottobre 2010
Vernissage 9 ottobre 2010 ore 18.00
Interviene Simona Manca
Vicepresidente Provincia di Lecce e Ass. alla Cultura
Antonio Biasco Sindaco di Specchia
Galleria Bernardini
Testo a cura di: Maurizio Nocera
22 Ottobre 2010
Laboratorio con il maestro Luigi De Giovanni sul paesaggio nell’arte contemporanea rivolto ai bambini e ragazzi della città di Lecce
LUCUGNANO (TRICASE)
14 ottobre CASA COMI ore 17,30
“L’arte contemporanea del 900 nel Salento”
Interventi
Alessandro Laporta
Maurizio Nocera
Apertura della mostra
“La poetica dei fiori” di Luigi De Giovanni
Vernissage 14 ottobre ore 19,30
Interviene Simona Manca Vicepresidente Provincia di Lecce e Ass. alla Cultura
14-23 ottobre 2010
LECCE/LUCUGNANO/ SPECCHIA
9/23 Ottobre 2010
SPECCHIA
Jeans: le visioni pittoriche di Luigi de Giovanni
15/23 ottobre
Capanne dellu Ripa a Specchia
15 ottobre laboratorio con il maestro Luigi De Giovanni sul paesaggio nell’arte contemporanea rivolto ai bambini e ragazzi della città di Specchia
Sono previsti in mattinata itinerari guidati e in serata
visita della mostra allestita a Casa Comi (Lucugnano)
Segreteria organizzativa
Il Raggio Verde edizioni ed eventi d’arte
info: 339.4038939
www.ilraggioverdesrl.it
info@ilraggioverdesrl.it
PROFUMO DI FIORI
I fiori, i paesaggi e le nature morte di Luigi De Giovanni
Mi chiedo: ma quand’è che ho incontrato il pittore Luigi De Giovanni? È accaduto, almeno credo, qualche anno fa a Cardigliano di sopra (Specchia), la mitica “città” Guisnes
dei sogni miei e di Antonio L. Verri. Negli anni ‘70/80, quando ancora Cardigliano era solo preda del vento, dei cani randagi e di qualche incontro d’amanti ingannevoli (chi mai può dimenticare le centinaia di graffiti, segni e grossolani dipinti erotici che ornavano le pareti dei capannoni, che un tempo erano stati usati come magazzini per stendere le foglie di tabacco a seccare). Cardigliano di sopra era stato anche nostro luogo d’incontro, perché il Verri l’aveva scelto come scenografia di riferimento per uno dei suoi romanzi più belli, “I trofei della città di Guisnes”. Oggi Cardigliano è un’altra cosa: è un villaggio dall’aspetto urbanistico fresco e lindo, con un’altissima pala eolica e le vecchie dimore restaurate assieme a quella deliziosa chiesetta al centro della grande strada, che noi consideravamo una piccola basilica di San Marco nella campagna leccese. È nella nuova Cardigliano di sopra che, una sera d’un’estate di qualche anno fa, ho incontrato il pittore Luigi De Giovanni. Esponeva le sue ultime opere: fiori e paesaggi salentini e sardi. Il Salento e la Sardegna sono i luoghi dell’anima del pittore, in essi egli vive e opera, attraverso essi il suo pensiero d’artista si libera e corre veloce verso soluzioni cromatiche che stupiscono. Alle amiche (Giusy Petracca e Antonietta Fulvio) de Il Raggio Verde, la casa editrice che organizzava l’evento-mostra a Cardigliano, dissi subito che ero incantato, spaesato, in trance. Davanti ai dipinti di De Giovanni avvertivo una strana sensazione percettiva: magicamente, le mie narici s’inebriavano del profumo di quei fiori che vedevo dipinti. Davanti al grande vaso di girasoli (un chiaro omaggio a Van Gogh) ho sentito spargersi dal dipinto il tipico profumo acre del fiore americano; e davanti al dipinto di alcuni mandorli con i fiori appena sbocciati, sono stato avvolto dal profumo della primavera che arrivava (il mandorlo dalla nostre parti, in Salento, ma anche in Sardegna, fiorisce già in gennaio, cioè quando ancora è inverno pieno e la nuova stagione lo coglie appunto nel sorriso dei suoi fiori); e ancora, davanti ai vasi con i fiori di campo, mi sono sentito confuso nelle quadricromie dei lentischi, mirti, timi; e stupito tra i fiori delle calendule arvensis, dei papaveri di ogni dimensione, dei gialli alissi di Leuca; e ancora davanti ai becchi di gru di gussone, bocche di lupo, garofanini salentini, foglie di borragine arrossata, gialle ginestre spinose a più non posso; e ai cardi a capolini rossi, e ancora davanti a tantissima erica pugliese con i suoi delicati fiorellini rosei con corolla campanulata; infine, mi sono sentito perduto in quel roseo-violaceo dei fiori della legousia speculum-veneris; e in tanti, tanti altri colori di fiori degiovannei. L’artista diede pure dei titoli a quei suoi dipinti che ancora tengo effigiati sul palcoscenico della mente. Si tratta di titoli che a rileggerli oggi nel bel catalogo “Luigi De Giovanni / Le vibrazioni della natura” (Firenze 2000)” supportato dalla Galleria d’arte Mentana e curato da Paolo Levi, mi sospingono ad esperienze fantastiche, a sollecitazioni che mi fanno sognare mondi sorretti ancora dal desiderio di vivere, che mi incitano a ben sperare nella bellezza della vita. “Il davanzale” è un dipinto con vasi di fiori su un tavolo davanti ad un’idea di finestra; “Risveglio” è un dipinto con due alberelli di mandorli in fiore su un declivio dalle differenti tonalità del verde; “Primavera a Seulo” è il trionfo del giallo dei fiori d’acacia che prorompe dal dipinto spargendosi nella vastità dello sguardo dell’ammiratore; “l’Ogliastra” è un tenero paesaggio sardo con montagne che baciano il cielo; e ancora “Ulivi a Specchia”, dipinto dal quale è possibile percepire la sofferente contorsione dei tronchi degli alberi d’ulivo, albero caro alla vergine Athena, ed alberi che ci dicono che nella città natale dell’artista, Specchia appunto, nel mitico Capo di Leuca, la vita, non sempre facile, ha comunque il colore del verde, anzi verdissimo come forte richiamo alla speranza. Ma l’incanto e la mia trance toccano la vetta del sentimento davanti al dipinto “La casa del vento”, dove la maestria dell’artista ha prodotto una policromaticità che s’interseca con la variabilità degli umori dell’uomo ammiratore,
sorretto dalla nostalgia del tempo perduto: si tratta di una casina rosea (mi viene in mente quella sull’isola dell’esilio di Pablo Neruda, il grande poeta cileno, nel film “Il postino” del sempre caro Massimo Troisi), sperduta su un limitare di costa salentina con appena una traccia di mare in una variopinta cromaticità di macchia mediterranea con fiori e colori dell’intera iride. Paolo Levi ha scritto che «Luigi De Giovanni [è un] artista romantico e intimista, [che] porta in luce con sguardo meticoloso gli angoli più solari di una campagna che palpita di colori, di riflessi luminosi, di orizzonti lontani, dove l’occhio ormai si perde in un’onirica trasfigurazione». Quanto afferma il critico d’arte non solo è vero, ma lo è tanto di più da farlo percepire persino ad uno spettatore sprovveduto dell’opera dell’artista, sempre solare e aperto ai giuochi delle “forme” del colore che, come sappiamo, emergono con sfolgorio dalle raffigurazione dei fiori, delle nature morte, dei paesaggi che egli, indubbiamente poeta del pennello, adagia con determinazione sulla tela. Anche Mauro Manunza coglie bene il senso della pittura di De Giovanni quando con lievità avverte il lettore che «i colori forti, rabbiosi, gli incastri di luminosità accompagnano ancor oggi la sintassi descrittiva di Luigi De Giovanni che dalle impressionanti tempere di tanti anni fa ha ricavato l’esperienza pop, le geometrie, i vortici, le tecniche miste, i jeans, la cartapesta, la juta, l’urlo visualizzato della disperazione psicopatica». Manunza cita un fare arte dell’artista che è davvero sorprendente, dove il risultato pittorico va oltre lo stesso buco bruciato sulla juta nell’opera di Burri. Un solo esempio, affascinante, travolgente, che incolla lo spettatore all’opera, è quando ci si trova davanti ai suoi dipinti sui Jeans, i cui colori e le cui pennellate sono colpi di sciabola sui dispiaceri, sulle sofferenze del mondo, soprattutto in quel mondo fatto di miseria, di discriminazione, di violenza gratuita. L’affermazione di Nicola Nuti («per Luigi De Giovanni quella pittorica rimane l’attività espressiva più efficace e intima, la più gratificante in termini poetici». E sì, anche questo è vero, perché, soprattutto nei dipinti di fiori, nature morte e paesaggi salentini e sardi, non si può raggiungere un livello così alto di espressività policromatica se non si è poeti, se non si è masticata l’aspra foglia del verso che si fa armonia.
Mi fa riflettere la nota critica di Tommaso Paloscia, scritta nell’ormai lontano 1995, quando afferma che «i fiori, splendidi termini di un linguaggio che ha radici profonde nella coscienza di De Giovanni e che torna alla luce, finalmente, quando l’ossessione delle elaborazioni mentali si cheta. Riacquista così nella semplicità dell’espressione meridionale la forza in cui riemerge la purezza del mito che ha nutrito nei millenni la gente di Puglia». Anche in questo caso si tratta di una costatazione certa, perché è proprio così, la Puglia, e di essa quella parte che ha visto nascere l’artista, il Salento, altro non è che un ancestrale grumo di miti fatto di colori, di fantasmi che vagolano sui cornicioni delle case di pietra, di monaci basiliani che di notte, come certe notti di qui, di luna piena, se ne vanno silenziosi per coste marine alla ricerca della pietra della conoscenza e, a loro volta, si incontrano con fate ed elfi che anche loro vanno alla ricerca di nascondigli dove ripararsi dagli sguardi cattivi dell’uomo nero. Luigi De Giovanni è nato in questi luoghi, tanto da pensare alla sua pittura come quella di un elfo, “invasato” da una fantasia di colori che la forza della speranza proietta sulla tela. Su un catalogo del 1998, Salvatore Antonio Demuro scrive che «i fiori nei vasi paiono rincorrersi in una massa cromatica pulsante di vita, ritmati incalzati dagli stimoli interiori del pittore che comunica immagini poetiche». E qui siamo nuovamente alla poesia, cosa che ci fa dire definitivamente che la pittura di Luigi De Giovanni è il canto melodioso di un poeta che al posto delle parole usa i colori, usa i segni vibrati sulla tela.
Per questo ha ragione la signora Giovanna Laura Adreani quando scrive che «il mattino, quando ancora la giornata deve prendere fisionomia, con i suoi silenzi e i momenti di sospensione, è un momento magico per l’artista, perché proprio allora s’intraprende il colloquio fra tela, luce e colore. Il cavalletto accanto alla finestra, da dove irrompe la luce con cui stabilire il dialogo, è il primo fulcro della sua attenzione».
Appunto magia, arte della veggenza e della trasformazione degli elementi che, nelle fatate mani di Luigi De Giovanni, si fanno fiore che bacia l’amore, montagna che cammina, sogno pan di spagna, ed è il pittore stesso ad affermare che, per lui, «l’arte è la ricerca fatta momento per momento, [arte che] è la sua vita, i suoi sentimenti, i suoi turbamenti. L’arte [che per lui] è poesia della figura, del paesaggio e dei fiori che cambiano con la luce. L’arte è nella luce forte del Salento ed in quella enigmatica della Sardegna. L’arte è nell’angoscia e nella sofferenza del vivere, è nel vissuto dei Jeans. L’arte, [il pittore] la ritrova nella parte più spirituale della vita».
Maurizio Nocera